Prossimi Spettacoli

William non era Shakespeare

Con Roberto Russo ed Agostino Chiummariello

Il 1 ed i 2 marzo al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli

Lo spettacolo, per un solo attore, è strutturato come una lezione/indagine che, partendo dalle poche, frammentarie notizie biografiche sull’uomo di Stratford, e mettendo in evidenza la discrepanza fra queste, e l’imponente base culturale delle Fonti alle quali le Opere attingono, sfocia nell’analisi dell’unico documento certo, e da tutti riconosciuto: la prefazione al libro “Groatsworth” di Robert Greene del 1592 che, per la prima volta, identificherebbe colui che chiamiamo “William Shakespeare”.

L’incedere dello spettacolo è quello di una indagine nella quale elementi, riferimenti, e colpi di scena, documentati anch’essi, svelano, con una progressione narrativa “da giallo” un diverso, duplice, scenario.

Il primo è che, al di là di ogni ragionevole dubbio, ragionevolmente e logicamente, William di Stratford on Avon potrebbe non essere l’autore delle Opere.

Il secondo, correlato al primo, è che le stesse potrebbero essere scaturite dal sodalizio artistico ed economico fra l’enciclopedico inglese, di origini italiane, John Florio e l’attore e regista (ante litteram) William (Shakspere o Shagspere come venne annotato dall’ufficiale dell’Anagrafe di Stratford nell’atto di nascita).

La ragione dell’indagine su uno dei grandi misteri della letteratura mondiale di ogni tempo, ha finalità profonde e non datate.

Il primo scopo, immediato, è didattico e rende l’analisi fruibile anche da parte di una vasta platea di studenti e studiosi poiché si basa su recenti, ed accurati approfondimenti svolti da diversi saggisti e scrittori.

Accanto a tale finalità ne esiste un’altra, etica e, nello stesso tempo, storica perché, mediante il metodo logico-scientifico adottato, si mettono in rilievo tutte le lacune di una Versione Ufficiale che, dogmaticamente, si è accreditata come Verità Unica e che, invece, va messa in discussione spogliandola da grottesche intenzioni pseudo-religiose. Intenzioni che, eludendo la questione shakespeariana, approdano ad altrettanto grottesche professioni di Fede rispetto alle quali, ogni dubbio, o analisi contraria, vengono frettolosamente etichettate come “sciocchezze” per di più, blasfeme.

 

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Le due regine

Con Gianni De Feo e Bruno Petrosino Regia di Gianni De Feo

Dal 1 al 3 Aprile all'OFF OFF Theatre di Roma

E’ il ring di un incontro di box. Un referee, arbitro dell’incontro, presenta le due contendenti: in un angolo, Maria Stuart, regina di Scozia, nell’ultima fase della sua vita, quando è già rinchiusa nel castello di Fotheringay. La sua condanna a morte è stata pronunciata ma Elisabetta non ha ancora firmato l’atto che la manderebbe al patibolo.

Nell’angolo opposto Elisabetta Tudor, regina d’Inghilterra e cugina, da parte di padre, di Maria. Alla semplicità forzata nel vestire di Maria, fa da contraltare la pomposità di Elisabetta ricoperta da vesti e simboli del Potere.

Al segnale del referee, inizia il match e nel confronto verranno esposte non sole le ragioni (ed i torti) di ognuna delle due posizioni, ma verranno in evidenza i due diversi percorsi di vita, le scelte e le personalità contrastanti delle donne.

Clemenza e durezza, conflitto e complicità, tenerezza e senso dello Stato, orgoglio e fragilità si confondono in entrambe le Regine. Ma il vero terreno di scontro-incontro sarà l’Amore in tutte le sue forme ed in ogni sua manifestazione.

Si giungerà a misurare l’entità dell’Amore che ognuna delle due ha elargito ed ottenuto dall’esistenza e da coloro che hanno caratterizzato le due vite.

Dal confronto sulla Misura dell’Amore scaturirà il Perdono oppure la Condanna.

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